venerdì 20 luglio 2012

Tele-Camere


Guardate il volto di quest'uomo, la sua espressione compiaciuta. E' il paradigma di ogni politico, in orgasmo sensoriale davanti a microfoni e telecamere. Osservatelo poi nella sua tracotante spocchiosità, donatagli dalla sicurezza che, come disse l'immortale Marchese del Grillo, lui è lui e noi non siamo un cazzo. Forte della presunta simpatia donatagli dall'imitazione fiorelliana e della scorta che lo protegge non si sa bene da quale pericolo incombente, insulta Mauro Fortini, personaggio ormai noto per essere il "disturbatore che non disturba", la nemesi dell'invadente Gabriele Paolini. Lo etichetta come "rompicoglioni", uno che fa un mestiere inutile e non dignitoso.
Premesso che forse sarebbe il caso di chiedere a La Russa qual è l'utilità sociale del suo mestiere (essendo uno dei principali esponenti di una categoria che dello sfascio del nostro Paese è la causa primaria), preferiamo però sorvolare perché non vogliamo  cadere nel qualunquismo spicciolo.
Quello che ci preme sottolineare è il comportamento dei giornalisti. Che continuano a mettere il palcoscenico a disposizione di certi personaggi. Una volta, una, tutti insieme, si potrebbe dare un segno. Abbassare i microfoni, spegnere le telecamere, salutare educatamente e lasciare lì il La Russa di turno. Così, per solidarietà al collega maltrattato o al Fortini insultato (che immagino dopo anni di apparizioni televisive davanti a Montecitorio conosca uno per uno tutti i cronisti parlamentari). Giusto per fare capire agli "onorevoli" che la loro utilità e legittimità sociale si esaurisce ogni volta che non compaiono in un tg o in un salotto televisivo e che loro sì, senza una telecamera che li riprende, non sono un cazzo. Perché un giornalista, se vuole, un'altra storia da raccontare la troverà comunque. Chissà che allora La Russa, e gli altri come lui, non comincino a fare Politica.

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