sabato 7 luglio 2012

I soliti accordi


Lasci la tua terra amata. Un amore non ricambiato, perché lei ha fatto di tutto per farti volare via. Pensi che un giorno tornerai, che le cose possano cambiare. Peccato che in Sicilia ci siano i siciliani. E i siciliani non imparano. La crisi qui non c'entra, la crisi in Sicilia non ci può essere, perché la mancanza di lavoro e di piccioli da noi c'è sempre stata e sempre ci sarà.
Regione di mala sventura. Regione con la R maiuscola, e non solo perché la parola è posta all'inizio della frase. Come disse una giovane vedova nel 1992, loro non vogliono cambiare. E non ci riferiamo, non ci limitiamo ad indicare gli affiliati alle cosche mafiose, ma pensiamo a tutto quel substrato nel quale la mentalità mafiosa prospera, a quei protagonisti delle cronache siciliane che tutto fanno e disfanno, che se ne fottono di tutto e di tutti e continuano a dare onori e prebende alla loro misera corte.
Affamati. È corsa alla poltrona, alla consulenza, allo strapuntino. Un posticino dove posizionare l'amico o l'amico dell'amico si trova sempre. E i siciliani vedono il carro pieno di tesori correre, sempre più lontano, e gettare loro le briciole, che non bastano per tutti. Non bastano nemmeno a loro, gli amici e gli amici degli amici, sempre più affamati.
Quando i siciliani smetteranno di essere sudditi? Ma loro non vogliono cambiare.

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