giovedì 12 luglio 2012

Il profumo dei soldi


C'era nebbia. Nonostante questo, ricordo bene il giorno in cui sono sbarcato a Milano. Non che sia passato poi così tanto tempo, solo un anno e mezzo, ma è uno di quei momenti della vita che penso ti porti dentro per sempre. Il giorno in cui abbandoni tutte le tue sicurezze e provi a fare un salto nel buio. Quel venerdì di gennaio a Linate faceva freddo e, nella migliore delle tradizioni meneghine, al crepuscolo si accompagnava quella nebbia che fa tanto stereotipo milanese. Ma tant'è.
Non era il primo impatto con la grande metropoli, nel corso dell'anno precedente avevo già effettuato due soggiorni. La prima volta ero atterrato a Malpensa e, nel tragitto in pullman dall'aeroporto alla stazione centrale, tutto quello che vedevo mi stupiva per le dimensioni. Esagerate. Poi, man mano che mi avvicinavo al centro cittadino, sentivo sempre più forte il profumo di soldi. Quelli che noi a Palermo chiamiamo piccioli, per i milanesi danè. È strano a dirsi ma ho come avuto la sensazione che lì tutto fosse diverso. Che i soldi ci fossero. Era tutto troppo grande. I capannoni industriali, le strade, persino le campagne, piatte così piatte che ti danno la sensazione di non avere una fine se guardi verso l'orizzonte. E poi le insegne della città, i palazzi. Sedi di grosse multinazionali una di seguito l'altra. Certo poi, quando conosci la città, la vivi e prendi contatto con la realtà, capisci che quelli che hanno i piccioli sono ben pochi rispetto alla moltitudine della gente che tira a campare con stipendi che a malapena arrivi a fine mese. C'è pure chi tutto quello che guadagna lo spende solo per il gusto di bruciare la vita, tra vestiti e bevute, conducendo un tenore di vita che non potrebbe sostenere, tanto magari poi aiuta papà. Sì, proprio come succede a Palermo.
Resta il fatto che il profumo dei piccioli a Milano lo senti. L'ho sentito la prima volta che sono atterrato a Malpensa, l'ho sentito quando mi sono trasferito definitivamente l'anno scorso. Che poi uno i soldi a Milano riesca a farli, beh, questo è un altro discorso. Un corto circuito che, prima o poi, fisserò tra le pagine di questo blog. Mi incammino, nel frattempo, con la mia valigia verso l'ignoto.

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